Le malattie neurologiche comprendono essenzialmente i disturbi che colpiscono il sistema nervoso centrale come:
e il sistema nervoso periferico come:
L’artropatia è un termine molto vasto con cui si indica una “malattia” delle articolazioni.
Comprende quindi una serie di malattie spesso di origine reumatica che possono essere molto diverse tra loro. Può riguardare una sola articolazione oppure più articolazioni.
In genere le caratteristiche di una artropatia sono dolore alle articolazioni e difficoltà al movimento.
Le forme più comuni di artropatia sono:
Vi sono poi artropatie sostenute dall’arrivo di germi nelle articolazioni; si parla di artriti infettive, le più comuni sono stafilococcica, gonococcica, tubercolare.
Infine, ci sono artropatie dovute a traumi.
La causa delle cosiddette artriti infiammatorie non è ancora completamente nota; queste artriti sono caratterizzate da un processo infiammatorio “autoimmune” (cioè non si trovano germi all’interno dell’articolazione), tale processo può estendersi alle strutture vicine (tendini, legamenti).
Talvolta queste artropatie autoimmuni si associano a malattie importanti, con interessamento extra-articolare (pensiamo al Lupus, ad esempio, che può insorgere proprio come un’artrite infiammatoria).
Anche la causa dell’artrosi non è completamente chiarita. Si sa che alla base vi è una progressiva alterazione della cartilagine articolare, che è quel piccolo strato che protegge l’osso sottostante. Alle volte sono i piccoli traumi ripetuti – ricordiamo il cosiddetto “gomito del tennista” –, spesso il sovrappeso, altre volte la causa risiede in un’incongruenza spesso congenita dai capi articolari come nella lussazione congenita dell’anca.
Molte volte, tuttavia, il perché dell’usura della cartilagine rimane sconosciuto. Sappiamo però una cosa importante sull’artrosi: esiste una famigliarità nella gotta, la causa è l’acido urico, che, in eccesso nel sangue, precipita nelle articolazioni, provocando una fortissima infiammazione con dolore e arrossamento dell’articolazione stessa. Molto simile alla gotta è la pseudo-gotta, ma la precipitazione in questo caso non è di acido urico, ma di sali di calcio.
La cervicalgia indica un dolore al tratto cervicale e può costituire, malgrado il suo carattere benigno, un disturbo serio per il paziente.
Le cause dei dolori cervicali possono essere di origine posizionale come nel caso di posture assunte per lunghi periodi (scrivania, divano, letto), oppure essere causa di effetti traumatici come “colpi di frusta” o traumi distorsivi, sportivi, fratture, artrosi, ernie discali.
Le cervicalgie persistenti e dolorose, provocano limitazioni di movimento del collo, con spasmi muscolari di difesa antalgica. Ciò può essere invalidante per il paziente in alcune attività quotidiane come per esempio fare retromarcia in auto e può estendere la problematica agli arti superiori; in questo caso si parla di: Cervico-brachialgia, un dolore che si origina dal collo e si irradia verso le dita della mano seguendo il decorso del plesso brachiale, ovvero dei nervi che collegano il midollo spinale agli arti superiori.
Rispetto alla colonna lombare, il tratto cervicale è meno soggetto ai carichi, ma è maggiormente sollecitato dal movimento. Sono colpite tutte le età; nella fascia dai 20 ai 50 anni le cause più frequenti sono gli eventi traumatici e le ernie discali, nelle età successive la patologia artrosica la fa da padrona. In rari casi ci possiamo trovare di fronte a lesioni del Sistema Nervoso Centrale
La dorsalgia (mal di schiena) è un dolore toracico posteriore che si avverte girando e flettendo il torace o nei movimenti che il tratto cervicale può effettuare; nei casi più gravi c’è il blocco del dorso ed è provocato quasi sempre da un insieme di cause. E’ spesso accompagnato da dolore irradiato alla parete anteriore del torace (toraco-dorsalgia) o alla parte superiore dell’addome e può essere di due tipi: acuto e cronico. Il dolore toracico può essere causato da lesioni dei dischi intervertebrali, da fratture da schiacciamento vertebrale, da osteoporosi, neoplasie.
La lombalgia è un dolore che tende a instaurarsi nella parte bassa della colonna e viene spesso indicata con la definizione di “mal di schiena” ; a volte il dolore tende ad irradiarsi verso una gamba o ad entrambe dando origine ad una lombo-sciatalgia oppure una lombo-cruralgia.
Le cause sono molteplici: problemi della colonna come artrosi o ernia discale, (a volte traumatico -fratture), più spesso comportamentali (posture sbagliate nelle postazioni di lavoro e a letto, stress, scarsa attività fisica ed eccessivo peso corporeo), o da movimenti scorretti (nel sollevare pesi per esempio).
Per discopatia si intende una patologia a carico del disco intervertebrale. La capsula fibrosa del disco, per degenerazione, riduce la sua elasticità e può presentare soluzioni di continuità che a volte lasciano fuoriuscire parte del nucleo polposo. In quest’ultimo caso si parla di ernia discale.
Dal punto di vista clinico, nella maggioranza dei casi, una discopatia decorre in modo asintomatico. Talvolta il nucleo polposo erniato può andare a comprimere le radici nervose che decorrono in prossimità, generando una sintomatologia dolorosa. Ciò avviene più frequentemente a livello cervicale con irradiazione del dolore lungo gli arti superiori (cervico-brachialgia), ed a livello lombare con irradiazione del dolore lungo gli arti inferiori (lombo-sciatalgia, comunemente detta sciatica).
Molte persone che soffrono di sintomi anche diversi, quali mal di testa, mal di orecchio, tensione alle articolazioni o ai muscoli della mandibola, dolore sordo al viso, potrebbero avere in comune dei disordini Temporo-Mandibolari a causa di disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).
Questi disturbi sono più frequenti nelle donne; possono iniziare già da giovani e continuare fino alla mezza età.
Uno dei sintomi dei disturbi dell’ATM è il blocco della mandibola in posizione di bocca aperta; questo accade quando il disco, che si trova sopra la testa del condilo mandibolare rimane incastrato in posizione sbagliata.
Con patologie temporo-mandibolari si intendono le condizioni che determinano disfunzioni dell’articolazione dei mascellari o dolore ai mascellari e al volto, spesso all’interno o in prossimità dell’articolazione temporo-mandibolare ed esteso anche ai muscoli masticatori e ad altri muscoli del capo, alla loro fascia o a entrambe le strutture.
Si ritiene che un paziente presenti una patologia temporo-mandibolare solo se il dolore o la limitazione nel movimento sono abbastanza gravi da richiedere un’assistenza professionale.
Una distorsione è una patologia a carico dell’apparato locomotore; è causata da traumi o contusioni soprattutto delle ossa più sporgenti, o di movimenti innaturali delle ossa mobili, ma anche un insufficiente tono muscolare può facilitarla. Consiste in una temporanea modificazione dell’articolazione che non comporta però una perdita di contatto tra le superfici articolari come una lussazione.
La distorsione provoca un danno di gravità variabile alle componenti dell’articolazione: capsula, legamenti, tendini e menisco.
Le articolazioni interessate da una distorsione sono solitamente il ginocchio, il polso, il gomito e, molto frequentemente, la caviglia. I sintomi caratteristici sono gonfiore, dolore e sensazione di calore.
I muscoli responsabili dei movimenti più complessi costituiscono la cosiddetta “cuffia dei rotatori”, in quanto agiscono come rotatori e abduttori. Quest’ultimo movimento è svolto insieme al deltoide, che agisce in sinergia durante il movimento di allontanamento del braccio dal tronco (abduzione).
I muscoli rotatori sono quattro: il sovra-spinato e sotto-spinato, il piccolo rotondo e il sotto-scapolare, e si inseriscono sulla testa dell’omero ricoprendola “a cuffia”. Tre dei quattro muscoli si inseriscono con un unico tendine grosso e piatto, dando origine a una particolare struttura comune.
È proprio a questo livello che le sollecitazioni meccaniche dovute ai movimenti quotidiani, all’uso lavorativo e sportivo, raggiungono l’intensità massima.
Inoltre, situata profondamente nel tendine comune, esiste una fitta rete di vasi sanguigni che si congiungono tra loro. Proprio per questo motivo anatomico e funzionale, questa zona è elettivamente interessata in caso di patologie che comprendono tendiniti, degenerazioni, calcificazioni e anche lesioni o rotture della cuffia stessa: da qui il nome di “zona critica”.
La causa più frequente di dolore di origine non traumatica alla spalla è la tendinite della cuffia dei rotatori,
e in particolare del sovra-spinato. Il processo patologico insorge e si sviluppa all’interno del suo tendine, ed è prevalentemente di natura degenerativa, come dire da “consumo”. lo spazio anatomico nel quale si muovono i tendini è ristretto, e ogni movimento produce attriti, compressioni e microtraumi che, nel tempo, possono dare origine a dolore e limitazione funzionale della spalla: dopo i 40-50 anni infatti, spesso i tendini della cuffia presentano, segni di degenerazione e involuzione.
La calcificazione, non è altro che una deposizione di sali di calcio sulla zona infiammata e degenerata all’interno del tendine nella zona critica; inizialmente microscopica e spesso asintomatica, con il tempo, se la causa originaria persiste, si “organizza” in grossolane calcificazioni, che diventano visibili alle indagini diagnostiche.
Il tendine così “degenerato e consumato” perde parte della sua funzionalità e subisce sollecitazioni e micro-traumatismi sempre più intensi, sviluppando una reazione infiammatoria locale anche intensa che può portare a una vera e propria deformazione o tumefazione con dolore acuto durante il movimento, in particolare quello di allontanamento del braccio dal corpo.
Una situazione del genere spesso sfocia nell’impotenza funzionale della spalla e prende il nome di tendinite calcifica.
Lussazione di gomito
Ossia perdita dei normali rapporti tra le ossa che costituiscono questa articolazione. Questo quadro patologico viene chiamato anche instabilità semplice. Si parla invece di instabilità complessa quando sono coinvolte anche le strutture ossee, ovvero quando sono presenti una o più fratture.
Epicondillite
Meglio conosciuta come gomito del tennista: quando si è di fronte ad un’infiammazione dell’epicondilo laterale del gomito. Si tratta di una sindrome dolorosa dovuta ad una degenerazione del tendine e/o ad un sovraccarico funzionale dei muscoli epicondiloidei.
Epitrocleite
Più comunemente conosciuta come gomito del golfista, è una sindrome dolorosa dovuta generalmente ad un sovraccarico funzionale e/o degenerazione tendinea dei muscoli epitrocleari.
Borsiti del gomito
È una condizione patologica infiammatoria che si sviluppa a carico dell’articolazione e che comporta un aumento del liquido contenuto all’interno della struttura. Questo liquido è detto “sinoviale”. Le borsiti più frequenti sono quella olecranica, che interessa la parte posteriore del gomito, e quella bicipitale. La funzione delle borse è quella di ridurre l’attrito tra osso e tessuti molli oppure tra piani muscolo-tendinei sovrapposti durante i movimenti.
Artropatie
Si tratta di patologie reumatiche che colpiscono l’articolazione del gomito. Le più frequenti sono l’artrite reumatoide, l’artrosi primitiva (ossia non correlata ad altre patologie) e secondaria (post-traumatica).
Rigità di gomito
Quando si ha una riduzione del movimento articolare (ad esempio in caso di Anchillosi).
Fratture
Come la frattura del capitello radiale, frattura dell’olecrano, della coronoide, dell’estremo distale e dell’omero.
Rottura del tendine
distale del tricipite brachiale oppure del tendine distale del bicipite brachiale.
Compressione del nervo ulnare
Nonostante il nervo ulnare possa essere compresso in più punti, a livello del gomito la compressione del nervo nella zone del tunnel cubitale può essere responsabile di questo tipo di patologia.
Il dolore alla mano e al polso è un sintomo che può riconoscere cause traumatiche, articolari, extra-articolari, vascolari e neurologiche. Si manifesta tipicamente in caso di infortuni acuti, quali fratture, lussazioni e distorsioni, o traumi cronici. Inoltre, è da considerare una comune complicanza delle cadute nei pazienti affetti da osteoporosi, la frattura di Colles. In caso di coinvolgimento articolare, il dolore alla mano e al polso è spesso associato a edema e dolorabilità in corrispondenza dell’articolazione.
Le possibili cause includono anche patologie infiammatorie come: artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico, artrite psoriasica e artrosi.
Talvolta, il dolore alla mano e al polso è conseguenza di infezioni, emo-cromatosi, iperparatiroidismo, gotta e artropatia da deposizioni di cristalli.
Tra le cause extra-articolari responsabili di dolore alla mano e al polso, invece, vi sono tendinopatie ad esempio: tendinite, tenosinovite, sindrome di De Quervain, contrattura di Dupuytren, gangli e cisti sinoviali.
Il dolore alla mano e al polso può risultare anche da malattie vascolari, come le vasculiti o da sindromi da compressione nervosa come, sindrome del tunnel carpale.
Artrosi primarie
Malattia che colpisce la superficie dell’articolazione, cioè la cartilagine, che insorge a causa del normale processo di invecchiamento.
Artrosi secondarie
Quando la causa viene fatta risalire a una precedente lesione come, ad esempio, una frattura dell’articolazione, reumatismi oppure deformazioni o malformazioni dell’articolazione stessa e quindi possono interessare: malformazioni congenite (sviluppo displasico responsabile di una copertura insufficiente della testa femorale che può spingersi fino alla perdita dei rapporti anatomici); post traumatiche.
Postumi di epifisiolisi
Una lesione distrofica della cartilagine epifisaria femorale superiore che insorge di solito nell’ adolescenza e conduce ad una modificazione graduale o acuta tra testa e collo del femore.
Postumi di osteocondrite
con fenomeni di necrosi e degenerazione ossea e cartilaginea.
Impingment o conflitto femoro-acetabolare
Malattia dell’anca che deriva da una non perfetta conformazione dei capi articolari, che si urtano nell’escursione.
Malattia di Paget
Patologia cronica che porta a deformazione e indebolimento provocando l’insorgere di artrosi, dolori ossei, deformità e fratture.
Artrite reumatoide
Poliartrite infiammatoria cronica, anchilosante e progressiva di origine autoimmune e ad eziologia sconosciuta.
Spondilo-artrite anchilosante (SPA)
Malattia infiammatoria cronica, di origine autoimmune, che colpisce soprattutto la colonna vertebrale e le articolazioni sacroiliache del bacino e può provocare la fusione delle articolazioni.
Reumatismo psoriasico
Particolare associazione di psoriasi e disturbi articolari per lo più nel quadro dell’artrite reumatoide e delle sue varietà.
Artrite cronica giovanile (ACG)
Un’artrite cronica dell’infanzia che inizia prima dei sedici anni e può colpire anche bambini di appena 6 mesi di età: è la più frequente malattia reumatica cronica del bambino.
Coxalgia
Dolore riservato alla tubercolosi dell’anca, sempre associata ad una tubercolosi polmonare o viscerale.
Artrite settica
Un’infezione batterica o virale che origina un’importantissima risposta infiammatoria nello spazio articolare.
A causa di piccoli squilibri muscolari ed articolari, con il passare del tempo e con l’utilizzo ripetuto, il ginocchio va lentamente incontro ad alterazioni più o meno gravi. E’ il caso ad esempio dell’artrosi, una malattia che colpisce e degrada la cartilagine articolare. Altri esempi di patologie che accelerano i fenomeni degenerativi della cartilagine o delle ossa sono: la gotta, la sclerodermia ed il diabete.
Una categoria a parte andrebbe fatta per i processi di natura infettiva (artrite reumatoide) e tumorale. Fortunatamente l’ipotesi che il dolore al ginocchio sia legato a queste malattie è piuttosto remota.
Nella pratica sportiva il ginocchio è l’articolazione più frequentemente interessata da infortuni. In seguito ad un trauma una o più strutture che lo compongono potrebbero infatti lesionarsi. Spesso tali lesioni alterano i normali rapporti articolari del ginocchio e, se non vengono adeguatamente curate, rischiano, a lungo andare, di dare origine a processi degenerativi.
La caviglia, così come tutte le articolazioni può andare incontro ad alcune patologie di tipo traumatico oppure di tipo degenerativo.
Fratture
Può rompersi generalmente per un trauma di distorsione di caviglia sia in inversione che in eversione le zone anatomiche che possono rompersi sono il malleolo Peroneale o il malleolo tibiale. Raramente si può verificare una frattura dell’astragalo. Talvolta si legge nel referto di una rx, la presenza di Frattura Trimalleolare, ovvero la frattura anche del malleolo posteriore.
Lesioni legamentose
Vista la grande quantità di legamenti che assicurano stabilità alla caviglia, è frequente che nei traumi e distorsioni, si verifichi una o più lesioni di strutture legamentose. Alcune meritano approfondimenti, vista l’instabilità che possono generare, mentre altre invece no.
Artrosi di Caviglia
A seguito di un trauma, o semplicemente per un fattore di degenerazione della cartilagine si può verificare un artrosi, che può essere lieve, fino ad essere severa, con dolore e impossibilità di camminare.
Tendiniti
Le tendiniti a carico di tendini adiacenti la caviglia, sono molto frequenti, per un difetto di deambulazione, postura, o a seguito di un trauma.
Sono molte le patologie reumatiche come l’artrite reumatoide, che possono creare condizioni artritiche serie.
Impingment
È una condizione di conflitto tra tibia ed astragalo durante la flesso- estensione
Osteocondrite dell’astragalo
Il dolore al piede è un sintomo algico che può riconoscere cause muscolo-scheletriche, vascolari, neurologiche o dermatologiche.
Il dolore al piede può essere conseguenza di artrite, mal-allineamento della caviglia, alluce valgo (borsite) e dito a martello.
Le tendiniti si caratterizzano per amplificare il dolore durante la contrazione contro resistenza del gruppo muscolare pertinente e, spesso, durante uno stretching passivo.
Il dolore alla pianta del piede, specie all’inserzione calcaneare, suggerisce una fascite plantare.
Il neuroma di Morton e le cisti sinoviali sono condizioni benigne che si presentano come noduli dolenti.
Se il dolore è di origine traumatica, può rappresentare la conseguenza di una lesione ai tessuti molli, come una distorsione della caviglia, o di un’eventuale frattura. In quest’ultimo caso, il sintomo persiste anche dopo diversi giorni dal trauma e si associa ad un punto di dolorabilità sulle prominenze ossee.
Le cause vascolari di dolore al piede comprendono l’insufficienza arteriosa e l’aterosclerosi. Queste condizioni possono essere determinate da una malattia embolica o vasculitica o da una patologia concomitante a carico dei piccoli vasi nei pazienti affetti da diabete.
L’insufficienza venosa, invece, si può associare a edema e dermatite da stasi.
Cause neurologiche da considerare in caso di dolore al piede sono le neuropatie e la sindrome del tunnel tarsale. Le neuropatie si possono presentare con parestesie, iperalgesia (ipersensibilità agli stimoli dolorosi) e allodinia (percezione di dolore a stimoli non-dolorosi). La sindrome del tunnel tarsale è invece caratterizzata da dolore e intorpidimento a carico delle dita, della pianta del piede e del meso-piede.
Altre cause di dolore al piede sono un’infezione cutanea di natura batterica e un’infiammazione diffusa dei tessuti molli della caviglia e del piede; tali condizioni possono risultare difficilmente distinguibili da un’artrite acuta.